L’ orrore e la memoria - di Raffaella De Stefano


 Tra le pagine più cupe della nostra memoria storica ce n’è una che non vorremmo fosse mai accaduta, dove milioni di persone hanno subito un orrore, quell’orrore si chiama Shoa. Uno sterminio sistematico che avvenne nel cuore dell’Europa e che trascinò alla morte  6 milioni di ebrei e oggi, 27 gennaio si celebra la Giornata Internazionale di commemorazione per le vittime della Shoah,che non serve solo a commemorare milioni di persone uccise crudelmente e senza nessuna pietà ormai quasi 80 anni fa. Serve a ricordare che ogni giorno esistono tante piccole discriminazioni e per evitare che una tragedia come quella dell’Olocausto si ripeta occorre ricordare e "conservare la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese ed in Europa, affinché simili eventi non possano mai più accadere". L’esigenza di conservare la memoria è molto sentita ai nostri giorni, dato che cresce l’indifferenza della popolazione, soprattutto delle nuove generazioni, a ricordare quei tragici fatti.

Ancora oggi c'è bisogno di agire concretamente al fine di sensibilizzare soprattutto i giovani, che rappresentano il futuro del Paese affinché essi si impegnino a creare una società senza pregiudizi di alcun tipo (né culturali, né religiosi, né politici, né sessuali, né sociali…), nella quale tutti gli individui siano effettivamente “uguali” e quindi non ci siano più persone da discriminare e da perseguitare perché considerate “diverse” per il colore della pelle, per il credo religioso e per la vita sessuale. Purtroppo, questo obiettivo è ancora lontano.

La memoria di domani, che ci invita a ripensare il valore della memoria non solo nell’accezione di ricordo ma anche come fine da perseguire e ricercare attraverso le nostre azioni e comportamenti. Necessario è che il nostro ricordo non si riduca ad una mera contemplazione del “male”, ma ci sappia educare e ci spinga a capire e analizzare quello che è accaduto affinchè non accada di nuovo. 

 “Quel che è accaduto non può essere cancellato, ma si può impedire che accada di nuovo”. Anne Frank

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